Poche ore fa, alla Fiera del Libro, il quotidiano La Stampa ha presentato la sua versione e-paper. L’operazione, nuova per l’Italia, è frutto di una partnership con Simplicissimus Book Farm, la casa editrice diretta da Antonio Tombolini, importatrice di tutti i dispositivi e-ink presenti al momento nel nostro paese. Da oggi, dunque è possibile, dopo aver acquistato un esemplare di iLiad, ricevere il proprio quotidiano direttamente via Internet, senza sprechi di carta né di denaro. Alla conferenza erano presenti, tra gli altri, il direttore de La Stampa Mario Calabresi, la giornalista Anna Masera e, appunto, Antonio Tombolini. Io ero là, in seconda fila, a fianco della gentilissima Patrizia, moglie di Antonio. Avrei potuto perdermela, la presentazione? No di certo. Quarantaquattro puntate di E-Boom, il podcast audio e video dedicato agli e-book, vissute da ideatore, autore e da conduttore, con tutto ciò che ne consegue in termini di contatti umani e di conoscenza acquisita e condivisa, non si dimenticano così facilmente. Impossibile dunque perdermi questo piccolo-grande evento, così significativo per tutti gli attori dell’operazione e, credo, per l’intero mondo dell’editoria italiana. Eccolo, il video della prima parte della conferenza. Io c’ero.
In realtà la prima realtà editoriale italiana in digitale gratuito c’era già e quando abbiamo mandato il comunicato stampa ai vari organi di informazione e cercato di farci sentire telefonicamente con i singoli responsabili di redazione, all’appello ha risposto solo Grazia e il suo blog, dandoci un scriciolo di spazio per diffondere la notizia.
Ci siamo rivolti anche ad alcuni “illustri” blogger i quali ci hanno ringraziato per la notizia che non hanno MAI diffuso.
La nostra non era una versione E-paper ma era una vera e propria piattaforma multimediale.
Negli Stati Uniti questo tipo di realtà si sta già svilluppando, appoggiata a delle strutture web consolidate.
La nostra invece era totalmente indipendente.
Forse per questo gli organi di informazione hanno deciso di ignorarla completamente.
Nel frattempo però le prove concrete del nostro operato le abbiamo ancora tutte online (la nostra era una realtà editoriale ufficiale nessuno qui in redazione lo faceva per hobby o cosa. Siamo esistiti realmente sul mercato).
Giusto un appunto che ci sentivamo di fare per rispetto verso il lavoro che abbiamo fatto e per amore di correttezza. Purtroppo in Italia sembra che queste cose non coincidano mai.
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