Ricevo nei commenti, e apprezzo, il comunicato che il Gruppo Carrefour Italia ha diffuso in Rete a seguito delle numerose segnalazioni provvedute dalla blogosfera italiana in merito al fattaccio del 13 settembre scorso. Il testo è già presente nei commenti al mio post ma ritengo giusto concedergli più spazio e quindi lo riporto integralmente qua sotto, ribadendo il mio apprezzamento per l’apertura mostrata dal gruppo verso il confronto e la conversazione online. Naturalmente mi aspetto che Carrefour dia corso alle punizioni rigorose cui accenna nel comunicato stesso. Ecco il testo:
Buongiorno.
Il Gruppo Carrefour Italia è profondamente sorpreso e sinceramente dispiaciuto dell’accaduto riferito dalla Signora, fatto che non rientra assolutamente nelle nostre filosofie e nei comportamenti dei nostri collaboratori.
Non possiamo che confermare che il nostro costante impegno è rivolto alla soddisfazione dei nostri Clienti, al totale rispetto delle loro esigenze ed aspettative, dai più piccoli ai più grandi.
L’etica è alla base della nostra attività e condizione imprescindibile del comportamento dei nostri collaboratori.
Il tour Disney Cars, realizzato presso il Carrefour di Assago e programmato in altri ipermercati della nostra rete che ne fanno da cornice, rientra pienamente in questo nostro impegno: abbiamo voluto offrire ai bambini ed alle loro famiglie un momento di divertimento.
Affinché i piccoli frequentatori degli ipermercati potessero vivere per un attimo dentro la “favola”, l’organizzazione è stata curata nei minimi dettagli, anche attraverso l’ausilio di società esterne. Tutte le persone coinvolte sono state adeguatamente selezionate ed informate circa la filosofia aziendale ed i comportamenti necessari.
Abbiamo preso contatto con la Signora con la volontà di approfondire l’accaduto affinché ogni responsabilità accertata venga punita con il massimo rigore.
Ci auguriamo peraltro che un singolo sfortunato episodio non pregiudichi il rapporto di fiducia che siamo riusciti a costruire con le migliaia di Clienti che ogni giorno frequentano i nostri punti di vendita e che ci scelgono anche per i valori che contraddistinguono la nostra insegna.
Molti cordiali saluti
Gruppo Carrefour Italia
Come ho appena scritto nel mio blog, il commento di Carrefour mi sembra molto di forma e decisamente autocelebrativo oltre che assolutamente anonimo, almeno potevano mettere il nome e la mail del firmatario.
Stanno peggiorando la situazione con questo modo di fare !
IMHO
Michele, le tue osservazioni sono condivisibili. Credo tuttavia che il comunicato Carrefour rappresenti un primo passo, una prima dimostrazione di apertura. Non ne farei una questione di forma o di firma (mancata). Ciò che conta, dal mio semplice punto di vista, è che l’azienda abbia preso posizione e abbia promesso ‘punizioni rigorose’. Naturalmente ora si tratterà di andare sino in fondo e di attuarle davvero. Solo a quel punto, credo, vedremo se si è trattato di promesse vane o di promesse mantenute.
In questa fase Carrefour non può dire o fare altro. Deve accertarsi prima dei fatti e poi si muoverà di conseguenza.
Il fatto importante è che Carrefour ha iniziato a gestire la crisi. Vuol dire che è in ‘ascolto’ e che è pronta ad intervenire.
Aspettiamo i prossimi giorni primi di (ri)giudicarli
il comunicato è ineccepibile, ed è proprio questo il problema. di fronte a fatti di questa gravità non si può opporre al dramma di una persona, ancora una volta, un marchio che firma un comunicato con il preciso obiettivo di costituire un “muro di gomma”.
la “conversazione”, che in questi casi diventa un dovere, non può essere un fatto privato tra “un marchio” e “la vittima” (“abbiamo preso contatto con la signora…”).
se lo sdegno è pubblico, anche l’azione deve essere “calda” e pubblica. e soprattutto a compierla non deve essere un marchio, ma le persone di questa azienda.
a
Antonio, pur condividendo quello che dici, io ritengo che ci si debba soffermare più sulla sostanza che sulla forma del comunicato. Carrefour, dai cui – lo ribadisco – continuerò a non comprare nulla fin quando non saprò come andrà a finire questa storia, ha promesso punizioni rigorose. Seguiamo i suoi passi, ammesso che ce li renda noti, e vediamo come si evolverà la faccenda.
Scusate se dissento da voi.
Questo comunicato è asettico…
Non vedo un’apertura. Sembra quasi che sia stato scritto da un robot,visto che non ci vedo un pizzico di umanità. Sarà che sono pregiudizievole nei confronti di questa catena, dopo quanto successo, lo ammetto.
una risposta del genere denota la totale mancanza di volontà di rimediare all’accaduto…e poi ci vuole un nome e un cognome di qualcuno che si prende la responsabilità della risposta.
E’ uno schifo
Sono enormente disgustata… non ho altre parole per esprimere il comportamento di quelle persone “opportunamente scelte” per dare qualche minuto di divertimento ai bambini…Nel momento in cui ho letto la lettera di Barbara, mi sono vergognata di essere un adulto, un adulto che vive in una società “civile” che dovrebbe abbattere barriere… mi sono vista attraverso gli occhi di quel bambino ferito…
La vostre parole in risposta alle varie mail… “Affinché i piccoli frequentatori degli ipermercati potessero vivere per un attimo dentro la “favola”, l’organizzazione è stata curata nei minimi dettagli, anche attraverso l’ausilio di società esterne. Tutte le persone coinvolte sono state adeguatamente selezionate ed informate circa la filosofia aziendale ed i comportamenti necessari.”
Beh… il mio consiglio è di riguardare il criterio di scelta di queste persone… Non credo che persone insensibili e sgarbate diano un’immagine gradevole ed accattivante dell’azienda… Non pretendo che riflettiate su come si sono sentiti il bambino e Barbara, sarebbe troppo… ma riflettete almeno sull’immagine che date, visto che è quello che preme di più all’azienda..
Io sono dalla parte di Barbara e del suo bambino…di tutti i bambini…ogni bambino è un mondo speciale… Inoltre direi alla commessa così “carina e gentile” che ha parlato con Barbara, che mi auguro che non debba mai trovarsi in una situazione del genere…anzi… forse mi auguro che nessun bambino possa avere una madre che la pensi come lei!
E’ palesemente rivolto alla generalità dei Clienti e non a chi ha subito l’ingiustizia. L’ammettere i propri errori avrebbe aiutato moltissimo a recuperare il terreno perduto; anzi, Carrefour avrebbe potuto divenire Signor Carrefour, ossia essere umanizzato. Ognuno di noi ha dei pregiudizi di fondo verso le multinazionali ed è per questo che un gruppo così grande e forte avrebbe dovuto cogliere la palla al balzo per trasformare il problema in opportunità.
Il tutto si riconduce al fatto che pochi hanno capito la potenza della rete e l’importanza di creare un surrogato digitale che deve essere ancora più coerente e presente di quello analogico. La voce di questa mamma si è persa nei corridoi dell’ipermercato, le parole che ha scritto sul web si conserveranno per sempre…