Promesso: dopo questo post eviterò di occuparmi di calcio per un bel po’; tornerò, insomma, alle mie abitudini. Non mi piacciono i calciatori e gli allenatori che dicono: ho vinto questo, ho vinto quell’altro. I calciatori, gli allenatori, non vincono un bel nulla. Sono le squadre a vincere. Il calcio è gioco di squadra, è il gruppo, il team, l’insieme dei tanti uomini che formano la società a vincere una gara, un trofeo, un campionato. Quando una squadra diventa, chessò, campione d’Italia, non sono il suo portiere o il suo centravanti a divenirlo ma unicamente la loro squadra. Le frasi che sento spesso in TV, del tipo è con noi il campione del mondo Marcello Lippi o è nostro ospite il campione d’Italia Marco Materazzi, non hanno alcun senso e sono del tutto fuorvianti. Campione del mondo è l’Italia nel suo insieme, nel suo essere squadra, nel suo essere team, non il suo pur bravo commissario tecnico. Campione d’Italia è l’Inter e non il suo difensore centrale. Che poi nell’ambito di una società ognuno dia il suo importante contributo è un altro discorso. Ma negli sport di squadra non sono certo i singoli a vincere, sono le loro squadre. Il calcio non è, per citare un esempio, l’atletica leggera, dove eccezion fatta per la staffetta gareggi da solo e puoi far conto unicamente sulle tue forze. I media dovrebbero ricordarselo e imparare a parlare dell’allenatore dell’Italia campione del mondo o del difensore centrale dell’Inter campione d’Italia. Nella speranza, ovviamente, che l’Inter e l’Italia continuino a rimanere a lungo in quei ruoli.

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