La mappa non è il territorio, sostengono gli esperti di Programmazione Neurolinguistica. Vi è un’irriducibile differenza tra il mondo e la percezione che ne abbiamo, dichiarano. Parole sante, che danno il senso di come ogni essere umano sia diverso dall’altro, di come percepisca il mondo in maniera tutta sua e di come sia dunque difficile – per noi poveri esseri umani – comunicare. Se io, Matteo e Marianna passeggiassimo insieme lungo la via principale della nostra città, condivideremmo la stessa esperienza, sei d’accordo? Bene. Prova però, al termine della nostra passeggiata, a chiederci quali cose, di quella camminata lungo il corso, ci abbiano colpito di più. Io ti dirò che ho ancora in testa il rumore delle auto, Matteo dichiarerà di aver notato i colori delle vetrine, Marianna ti dirà che il corso era pieno di gente stravagante. Un unico territorio, il corso, tre mappe: una rumorosa, una colorata, l’altra pittoresca. Quale di queste tre è quella giusta? Tutt’e tre, o – meglio ancora – nessuna. Nessuna delle tre percezioni può dirsi superiore all’altra o più esatta delle altre. Ognuna di esse è semplicemente un modo per interpretare, sentire, vivere ciò che ci circonda. E tutto ciò non vale solo per il corso. Ogni aspetto della nostra vita risponde a questa regola; di ogni cosa, di ogni territorio, noi creiamo la nostra personalissima mappa. Comunicare diviene più facile solo se teniamo conto di ciò, solo se ci mettiamo in testa che il nostro sentire non è migliore di quello degli altri ma è soltanto diverso, solo se ci mettiamo in testa di non dare mai niente per scontato, men che meno la bontà delle nostre opinioni, che – chissà perché – ci piacciono sempre così tanto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.