Forse perché sta arrivando l’inverno, forse perché è buio e fa freddo, forse perché di tanto in tanto amo guardare indietro e ripercorrere con la mente un po’ della mia storia meno recente, ma stasera mi è venuta voglia di riandare agli anni della scuola media, gli anni in cui di fianco a me, al mio stesso banco, sedeva Franco. Io a sinistra e lui a destra. Franco era un ragazzo intelligente, di buona famiglia, figlio unico arrivato in età un po’ tarda. Il papà e la mamma lo adoravano. Studiava molto, era sempre preparato, collezionava voti da invidia. Aveva un’ottima grafia. Era un ragazzo a modo. Ricordo ancora il momento in cui lo conobbi. Avevo appena messo piede in aula, ventinove anni fa. Era il nostro primo giorno di scuola media. Io e lui fummo i primi a giungere in classe. Salutarci e accomodarci allo stesso banco fu un tutt’uno. Sarebbero iniziati cinque anni di meravigliosa amicizia: tre anni di medie inferiori e due di superiori. Un’amicizia forte e vera, vissuta gomito a gomito. Sino al tredici dicembre 1983, quando lui e la sua moto terminarono la loro breve corsa addosso a un’auto.