Due novembre 2002. Tre anni fa. Scrivevo:

Ieri era il primo di novembre. Di mattina presto mi sono fatto una lunga camminata per le vie della mia città e ho notato un’infinità di orrende zucche esposte alle porte o alle finestre. Era appena trascorsa la notte di Halloween. Guardando la tv e parlando con qualche conoscente ho poi appreso che tale ricorrenza viene festeggiata persino nelle scuole, addirittura in quelle elementari. Tralasciando qualsiasi osservazione in merito al fatto che tali abitudini nulla hanno a che fare con la nostra cultura e con le nostre radici, tralasciando qualsiasi commento attorno al fatto che trattasi di festa meid in iuessei pecoronescamente importata da oltre oceano, vorrei soffermarmi sul suo significato. I genitori che si affannano per organizzare ai loro figli la serata mascherata all’insegna del “dolcetto o scherzetto”, sanno da dove arriva questa festa? Gli insegnanti che a cuor leggero addobbano le loro aule con le orride zucche a foggia di morto sanno su quale terreno affonda le proprie radici una simile festa? Se non lo sanno glielo dico io. Ma non voglio dirlo con le mie parole bensì citando il quotidiano statunitense USA Today. Udite, udite: “E’ una festa religiosa per l’oltretomba, nella quale gli adoratori di Satana compiono sacrifici e festeggiano in silenzio con cerchi di preghiera o pasti per i morti”. Mica male! L’articolo prosegue con le dichiarazioni di un tale che a quanto pare esercita (o esercitava) la “professione” di stregone in quel di Washington: “I cristiani non se ne rendono conto, ma celebrano la festa insieme a noi… Ci fa piacere”. Forse una bella passeggiata al chiar di luna sarebbe meglio, non credete?

A tre anni di distanza le cose non sembrano certo migliorate. L’immonda rito di Halloween continuo a fare proseliti. Chissà perché.

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